Primi mesi: tutto ruota intorno a una stella

Senza categoria
«Zwei Dinge erfüllen das Gemüt mit immer neuer und zunehmender Bewunderung und Ehrfurcht, je öfter und anhaltender sich das Nachdenken damit beschäftigt: Der bestirnte Himmel über mir, und das moralische Gesetz in mir»
Foto di Michael Bagnoli

«Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale dentro di me» (Kant, Critica della ragion pratica)

Partiamo velocemente dall’inizio, il Big Bang.
Big grande, e beh Bang non c’è molto da dire su Bang insomma. Ritornando ai moti rivoluzionari di cui sopra, prendiamo il Big Bang come puro dato di fatto. Anche se a suo favore due persone ne hanno per sbaglio dimostrato l’esistenza (capito?! Qui la gente fa cose a caso e vince premi Nobel, ma dopotutto la scienza va avanti così: sì hai capito benissimo, la scienza va avanti a caso!). 

Ecco nel 1965 Penzias e Wilson stavano studiando il rumore radio per migliorare la qualità delle comunicazioni e all’improvviso ecco lì il Big Bang. Ma tranquilli non sono morti sul colpo, hanno trovato quello che possiamo chiamare il “residuo” del Big Bang. Un corpo illuminato ti manda luce indietro (sennò sarebbe difficile vederlo), o meglio, un corpo con energia (come quella che gli dai con la luce) te la rimanda indietro come radiazione più o meno visibile. Di fatto le stelle producono energia a causa di una fusione nucleare che avviene al loro interno e parte di questa energia ci arriva sotto forma di luce, ma siamo perfettamente in grado di vedere da dove arriva questa luce. 

Penzias e Wilson trovarono una radiazione che beh, arrivava da ogni direzione con la stessa intensità e non era prodotta dalla Terra. Ecco, qui andiamo sul difficile. Diamo per scontato che un corpo ad una certa temperatura emetta un certo tipo di radiazioni (pensate ai visori termici, non sono che visori in grado di leggere queste onde invisibili). Ipotizzando che tutti gli atomi all’inizio dell’universo fossero radunati in un solo punto, automaticamente possiamo considerarli tutti come un corpo unico alla stessa temperatura e che quindi emette tutto la stessa frequenza. Ed ecco qua la frequenza misurata dai due ingegneri, una frequenza uguale in tutto l’Universo perché ha avuto origine con l’Universo stesso. Se nella storia dell’Universo non fosse esistito un momento in cui tutta la materia si fosse compressa insieme non potrebbe esistere alcuna radiazione che rimanga la stessa ovunque la si cerchi. 

E sì ragazzi, abbiamo finalmente finito il primo gennaio, siamo fortissimi.

Facciamo adesso un mega passo avanti, la materia sta tutta insieme, si scalda, emette una radiazione ed esplode. Esplodendo però tutta la materia schizza via e quando possibile si raduna in ammassi che piano piano, a forza di convincere atomi ad aggiungersi, il 10 gennaio formano le stelle. Ci sono tante cose interessanti da dire sulle stelle: guardando ad esse si guarda al passato, tra miliardi di anni illumineranno la notte come se fosse giorno grazie alla loro luce, siamo fatti di polvere di stelle volendo essere poetici. Ma la vera descrizione di stella è un ammasso di gas, di idrogeno per l’esattezza, che però ha problemi di identità e vuole diventare elio, e siccome l’Universo non discrimina nessuno glielo lasciano fare liberamente. Sempre sull’onda antidiscriminatoria la stella – a costo di permettere a tutti di cambiare – arriva anche a morire. 

Immaginiamo la stella così: al centro l’idrogeno scalpita e spinge per cambiare e fuori l’elio sta tranquillo, realizzato, in tutti i sensi insomma. Quando però l’idrogeno al centro è finito e smette di spingere, l’elio casca ed essendo un po’ più pesante dell’idrogeno per una trascurabilissima cosa chiamata forza di gravità, la stella inizia ad implodere. Ma tranquilli le stelle implodono un po’ e poi si fermano, solo quelle veramente gigantesche diventano buchi neri, ma dei buchi neri parleremo a parte (se avrò voglia).
So benissimo che siete arrivati fin qua non per sapere di come vivano e muoiano le stelle ma per il vero nettare di questo testo. Perché guardare alle stelle vuol dire guardare al passato? E perché raccontare questa cosa ad una ragazza fa sicuramente colpo? 

Ecco partiamo da due punti certi, la luce ha una velocità limite di 299.792,458 km/s (non so se sentirmi felice o meno di non aver avuto bisogno di cercare questo valore), quindi se deve percorrere milioni di chilometri comunque un po’ ci mette. Prendiamo il Sole, dista 8 minuti-luce (è un’unità di distanza mi raccomando) dalla Terra, ciò vuol dire che la luce impiega 8 minuti per arrivare dal Sole alla Terra. Quindi, se improvvisamente il Sole si spegnesse te ne accorgeresti 8 minuti dopo (per questo vi rimando all’articolo su “S.U.N.S.H.I.N.E.”, la nostra canzone di maggio). Immagina quindi quelle stelle che vivono a milioni di anni luce di distanza e che magari sono già morte, ma te le stai vedendo come erano un milione di anni fa (cioè puoi capire da solo perché io non debba rispondere alla seconda domanda dai). 

Per quanto riguarda invece il discorso sulla notte illuminata a giorno, sarò molto superficiale e sbrigativo. La Terra ha tipo 5 miliardi di anni (e prima che arrivassimo noi umani li portava decisamente bene), quindi se l’Universo è infinito possiamo ipotizzare che ci siano stelle distanti più di 5 miliardi di anni, la cui luce non c’è ancora arrivata.
Più andremo avanti nel tempo, più stelle si accenderanno la notte finché non saranno talmente tante le stelle di cui ci arriva la luce che tutte assieme saranno in grado di illuminare a giorno la notte (sai che risparmio sulla bolletta della luce!). 

E adesso il mio argomento preferito. Abbiamo già parlato dell’idrogeno che non si sente idrogeno e vuole diventare elio. Ecco a volte non si accontenta di diventare elio ma diventa beh, uno degli elementi della tavola periodica. E se vogliamo essere più precisi non è che l’idrogeno diventi qualcun altro, è più una fusione (sì è vero è una fusione nucleare ma avrete visto in vita vostra un racconto o film o anime, ehm ehm Dragonball, dove due persone si fondono e ne escono più forti) e quindi fondendosi l’idrogeno diventa più forte e più pesante e uscendo dalle stelle se ne va a formare gli altri atomi di cui siamo a conoscenza (ah non per fare il pignolo ma è sempre di Sagan l’idea che siamo fatti polvere di stelle, che romanticone che era!).

La polvere di queste stelle non forma solo noi ma anche la Terra stessa, che ho detto avere un’età di quasi 5 miliardi di anni, che paragonata ai 13 miliardi dell’Universo ha portato Sagan a festeggiare la nascita della terra il 14 settembre. E cari ragazzi vorrei far notare che siamo al 14 settembre e dell’uomo non c’è traccia: ma quanto saremo insignificanti? Per questo e altri importanti dimostrazioni della vostra inutilità continuate a seguirci!

Michael Bagnoli

2 pensieri su “Primi mesi: tutto ruota intorno a una stella

Lascia un commento